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montanod

Alfabetizzare ai dati nella società dei big e open data:una sfida formativa - 2 views

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    Il tema della Big data è stato ampiamente trattato nell'elaborato di tesi di Juliana E. Raffaghelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell'Università di Firenze e membro del Comitato Editoriale della Rivista internazionale di scienza dell'educazione e della formazione "FORMAZIONE E INSEGNAMENTO" dove è stata pubblicata. La rivista è promossa dalla SIREF (Società Italiana per la Ricerca Educativa e Formativa), sostenuta dal CISRE (Centro Internazionale di Studi sulla Ricerca Educativa). Il file dell'elaborato è scaricabile in formato PDF attraverso l'indirizzo URL della piattaforma di condivisione sociale RESEARCHGATE, social network ad accesso gratuito con tecnologia web 2.0 dedicato a tutte le discipline scientifiche. Nel testo, del dicembre 2017, viene analizzato il modo con cui i Big Data vengono generati ed utilizzati a seguito della progressiva digitalizzazione dei servizi nella società contemporanea. Si presenta la necessità di pensare ad una formazione di tipo educativo volto all'uso dei dati disponibili in rete e la creazione di nuove professionalità. L'analisi pone le basi per la definizione di specifici frameworks per l'alfabetizzazione di base, sia di livello scolastico che di formazione continua, facendo ricorso ad un approccio interdisciplinare che permetta di affrontare i problemi legati ai diversi ambiti sociali e culturali. L'obiettivo principale è quello di creare competenze necessarie per permettere di operare in nuovi contesti proponendone in particolare lo sviluppo verso una cittadinanza attiva digitale.
psicolb

Will the Spread of Digital Technologies Spell the End of the Knowledge Divide? - 4 views

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    In questo interessante articolo, originariamente presentato in Lingua Inglese, l'autore esprime come le tecnologie digitali possono aiutare ad espandere e democratizzare la conoscenza diffondendola equamente. Evidenze suggeriscono che le tecnologie digitali stanno effettivamente contribuendo ad espandere la conoscenza, ma non riescono a democratizzarla. Esse se da un lato stanno contribuendo a colmare il divario, non sono sufficienti a colmare il divario della conoscenza. La conoscenza e la sua democratizzazione per l'autore richiede il rafforzamento delle "fondamenta analogiche" della rivoluzione digitale quali: concorrenza, istruzione e istituzioni che influiscono. Queste analizzate sotto tre esempi: i social media, gestione dei dati (Big Data e Open data) e l'uso di piattaforme digitali.
renate2910

Ricercatori dell' università di Stanford analizzano le modalità con cui stude... - 5 views

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    THE CORNERSTONE OF CIVIC ONLINE REASONING Autori: Sam Wineburg, Sarah McGrew, Joel Breakstone, Teresa Ortega Data: 22 Novembre 2016 Da Gennaio 2015 a Giugno 2016 lo "Standford History Education Group" ha eseguito una ricerca sul campo e valutato il pensiero civico, ed in particolare l'abilità di giudicare la creditbilità e l'attendibilità di informazioni che influenzano la gioventù attraverso smartphones, tablets e pc. In totale sono state raccolte ed analizzate le risposte di 7.804 studenti di 12 Stati. Le ricerche sono state svolte in diverse scuole (più o meno dotate di risorse, tra cui scuole medie, scuole superiori, college etc.) ed elaborate in sei diverse università. Il lavoro si è sviluppato su tre fasi: determinazione del prototipo/modello; valutazione e test di abilità; ricerca sul campo. Agli studenti della scuola media era richiesto di verificare per esempio la credibilità di articoli pubblicati su internet; gli studenti di scuola superiore dovevano per esempio valutare e analizzare diversi posts su facebook. Gli studenti del college dovevano valutare la credibilità di alcune pagine web. Lo scopo della ricerca era mettere a disposizione dei giovani materiale che li possa aiutare a navigare nel mare di disinformazione che trovano online. Personalmente ritengo che l'oggetto di questa ricerca sia stato molto importante, perchè è molto facile trovare informazioni parziali o anche false navigando su internet e quindi bisogna saperle riconoscere come tali. Condivido pienamente il pensiero del filosofo Michael Lynch, secondo cui l'internet è il miglior modo di verificare fatti, ma al contempo può moltiplicare anche degli errori, bias o delle informazioni false.
Valentina Stimpfl

Video TED H. Jenkins 2010 - Cultura partecipativa - 4 views

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    I sottotitoli in italiano non sono corretti e questo sminuisce di gran lunga la qualitá del contenuto per chi non é in grado di capire l´inglese. Il video non é molto recente ma comunque interessante sopratutto perché riporta dati statistici sui giovani americani e il rapporto con i nuovi media. Le persone producono contenuti che condividono, rendendoli fruibili da altri utenti per cui grazie ad internet il modo di fare cultura é cambiato. Anche la tecnologia di internet dal 1995 al 2010 é cambiata per adattarsi alle sempre nuove esigenze degli utenti (sopratutto i giovani). Jenkins parla anche di nuove abilitá per esempio il gioco che puó essere uno strumento potete per insegnare. In conclusione credo che personalmente questi contenuti siano molto utili a chi si occupa di educazione (a casa e negli ambienti scuolastici) anche se ormai ci troviamo quasi 6 anni dopo la data del video si tratta di argomenti attuali e di sfide sempre aperte.
Luciano Di Mele

Domande sulla Media Education - 12 views

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    L'articolo descrive la media education o MDL come basilare per l'essere umano "l'educazione integrale della persona umana" riferendosi alla definizione di Felini 2012 (non cita la pubblicazione) evidenzia l'importanza del suo utilizzo anche al fine di evitare uno scollamento dell'individuo dalla società in cui vive e non è inserito. Definisce gli obbiettivi della media education non nel ruolo di guardiano del suo utilizzo, ma quello di insegnante di tutte le nuove forme di comunicazione, comunicando, avvertendo dei rischi che si possono correre nel rimanere intrappolati nella rete dalla rete anche data l'inefficacia nel porre solo filtri o muri al suo uso: " il tutto per garantire un utilizzo positivo e costruttivo delle nuove tecnologie, così da permettere loro di diventare uno strumento per il miglioramento della vita propria ed altrui" Esprime una visione pessimistica su un generation digital divide che non può essere colmato, per cui limitarsi ad essere degli osservatori delle abilità dei propri figli ed affidarsi soltanto a dei capaci professionisti per l'insegnamento dell'utilizzo delle nuove tecnologie. La tesi dell'autore che si firma con uno pseudonimo è il portare in evidenza una realtà sull'utilizzo delle psicotecnologie nella quale il genitore è incapace, non è all'altezza e perciò è meglio affidarsi a dei professionisti nel seguire i propri figli; questa tesi esclude le capacità cognitive ed affettive dei genitori per sviluppare un apprendimento significativo utile al proprio figlio ed all'ambiente familiare. Lo scopo visto in questa luce è promozionale all'attività professionale. Nel rivolgersi ad un pubblico generico,molto probabilmente profano dei media, invece tramite un dominio che dal nome sembra riservato agli addetti ai lavori, presumo non riesca a raggiungere il suo pubblico target. Non presenta prove od argomentazioni, fa solo riferimento ad un autore, non citando pubblicazioni od atti di convegni o congressi, non falsifica
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